“Faccio il test ai miei operai ogni 14 giorni” (da “Il Resto del Carlino”)

La strategia di Top Automazioni per evitare focolai. Il titolare: “Su 94 dipendenti solo tre si rifiutano di farlo: andrebbero resi obbligatori”

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Tutti i giorni, all’arrivo in azienda, si timbra il cartellino e contemporaneamente si misura la temperatura col termoscanner. Il lunedì (ogni due settimane) è il giorno dei test sierologici. “Bisognerebbe renderli obbligatori nelle fabbriche, e per tutti i lavoratori. Sarebbero più efficaci”, dice convinto Bruno Bargellini. Per il titolare della Top Automazioni, azienda meccanica di Poggio Torriana con 100 dipendenti e clienti in tutto il mondo, “l’unico modo per tutelare i lavoratori ed evitare un altro lockdown alle imprese è investire sulla sicurezza. Noi lo stiamo facendo: abbiamo adottato varie misure che vanno ben oltre quelle obbligatorie per legge”.

Misure decise dopo contagi in azienda?

“No, è stata una scelta nostra. Per prima cosa abbiamo installato un termoscanner nella postazione dove si timbra il cartellino: i dipendenti al mattino arrivano, timbrano e viene presa loro automaticamente la temperatura. Dalla fine di agosto abbiamo iniziato a fare i test sierologici su tutti i lavoratori, che ripetiamo ogni due settimane”.

Ci sono stati positivi?

“Nessuno è risultato positivo al test. E il primo caso di positività al Covid lo abbiamo avuto alla fine della settimana scorsa. Un dipendente, che era risultato negativo all’ultimo test sierologico, dopo qualche giorno si è ammalato. Ha fatto il tampone e sabato è arrivata la comunicazione che ha il virus. Ma l’Ausl, a seguito dell’indagine epidemiologica, non ha disposto né quarantene né altri provvedimenti. Probabilmente il contagio è avvenuto fuori dall’azienda”.

I test sierologici non sono obbligatori, la legge non li impone per aziende come Top Automazioni: come hanno reagito i dipendenti?

“Direi bene. Su 94 lavoratori, solo 3 non lo vogliono fare. E questa è la cosa che più mi fa arrabbiare. A causa di pochi si rischia di vanificare i sacrifici che tutti stiamo facendo per evitare contagi e focolai in azienda. I test andrebbero resi obbligatori per legge”.

Quanto costa all’azienda adottare azioni così rigide per evitare contagi?

“Abbiamo speso una cifra notevole per i dispositivi di sicurezza, le postazioni di gel igienizzante, i vari termoscanner (ce n’è uno anche per i clienti e tutti gli esterni che arrivano nello stabilimento). E poi c’è la spesa dei test (quasi 2mila euro alla volta), eseguiti ogni due settimane dal laboratorio Sistema 2000 di Rimini. Il costo complessivo per la sicurezza sanitaria è importante, ma quanto ci costerebbe la chiusura dell’azienda in caso di un focolaio? Molto di più. Mi piacerebbe vedere più imprenditori riminesi fare periodicamente i test e adottare misure più stringenti: lo devono fare per la salute dei lavoratori, e per la salvaguardia delle loro aziende”.